Ripercorriamo la storia della scoperta della tomba del faraone “bambino” con un’intervista a Max Irons, interprete di Howard Carter nella serie tv “Tutankhamun”

Sono passati 100 anni dal ritrovamento della tomba di Tutankhamon, la scoperta archeologica più sensazionale della storia moderna, avvolta da tesori, curiosità, misteri e…maledizioni.
Era il 1922, infatti, quando l’archeologo britannico Howard Carter trovò, all’ingresso della Valle dei Re di Luxor in Egitto, la prima tomba faronica completamente intatta, a differenza delle tombe trovate prima di allora, spesso depredate e vuote: questo fatto cambiò radicalmente l’archeologia moderna, contribuì alla proliferazione della cultura egizia in tutto il mondo, rendendo il volto del sarcofago il simbolo dell’Antico Egitto.
La ricerca non è stata affatto semplice. Seppur molti archeologi del tempo ritenevano che la scoperta della tomba fosse pressoché impossibile, Lord Carnarvon, nobile inglese appassionato d’arte, mecenate e finanziatore degli scavi, e Howard Carter continuarono fiduciosi la ricerca che, dopo cinque anni di scavi e tanta pazienza, portò a una delle scoperte più sensazionali della storia, che fornì informazioni preziose sulla storia egiziana che conosciamo oggi.
Il cadavere totalmente imbalsamato del faraone, contenuto all’interno dell’ultimo sarcofago, era rivestito di oro, statue e amuleti, mentre il volto era coperto dall’iconica e preziosissima maschera funeraria.

La maledizione della tomba del faraone Tut: verità o fake news?
Tutankhamon regnò per circa un decennio, quasi 3mila anni fa: era il dodicesimo faraone appartenente alla XVIII dinastia, fu chiamato anche “faraone bambino” per aver ricoperto il ruolo all’età di nove anni e per la sua morte prematura.
Sembra che sulla tomba del faraone Tut fosse riportata la seguente frase:
La morte sopraggiungerà su rapide ali per colui che disturba la pace del re
Blackout, avvoltoi, serpenti e morti misteriose, sono alcuni degli eventi che si manifestarono subito dopo l’apertura del sepolcro. La “vittima” più nota della maledizione fu lo stesso Lord Carnarvon, che morì poco dopo il ritrovamento del sarcofago e che morì a causa di una setticemia provocata da una puntura di un insetto, e, da allora, si iniziarono a propagare in tutto il mondo voci e leggende legate alla maledizione di Tut. In verità Carnarvon era già malato e tutti gli altri membri dello scavo morirono anni dopo, per cause naturali. È ormai noto, quindi, che la storia della maledizione fu una trovata sia pubblicitaria, per fare promozione in un’epoca in cui non esistevano i mezzi di comunicazione moderni, che una mossa astuta, probabilmente per allontanare possibili profanatori e ladri.

Tutankhamun, la serie tv storica in streaming gratis su Serially
Diverse furono le trasposizioni cinematografiche di questa incredibile scoperta. Su Serially, la serie Tutankhamun racconta, appunto, le vicende dell’ambizioso e intraprendente Howard Carter fino al ritrovamento della tomba più famosa al mondo.
Con un cast d’eccezione composto da attori del calibro di Sam Neill (Jurassic Park e Caccia a Ottobre Rosso) e Max Irons (interprete in Terminal e in Posh) la serie, girata tra la Namibia e il Sud Africa, ricrea le lussureggianti valli egiziane coinvolgendo gli spettatori in un mondo prezioso, ripercorrendo eventi storici importantissimi.
Intervista a Max Irons, interprete dell’archeologo Howard Carter
D: Quanto conosceva la storia di Tutankhamon prima di girare questa serie?
R: Avevo le conoscenze che la maggior parte delle persone ha leggendo i libri da bambini e vedendo quelle immagini iconiche. Quindi per me è stata un po’ una curva di apprendimento. È davvero una storia sorprendente, un’avventura incredibile pura e semplice. Una storia di scoperta e di immaginazione e credo che questo sia ciò che piace alla gente. Quando ho letto la sceneggiatura è stata una vera gioia. Come attore leggi molti copioni e alcuni sono un po’ noiosi. Ma questo sceneggiato mi ha ricordato quei libri di avventura che leggevo da bambino. So che gli inglesi si sono inventati un sacco di cose terribili su questa vicenda, ma l’avventura di esplorare il tesoro sepolto, che alla fine era ciò che stavano facendo questi uomini, è una cosa straordinaria. È qualcosa di magico.
D: Cosa distingueva Howard Carter dagli altri archeologi in Egitto?
R: È interessante osservare il mondo in cui Howard operava all’epoca. Vi erano enormi alberghi in mezzo al deserto egiziano, pieni di ricchi inglesi, americani, francesi, esperti inviati da Paesi di tutto l’Occidente per condurre esplorazioni. Quello era un periodo in cui l’egittologia e l’archeologia erano molto di moda e avevano davvero catturato l’immaginazione del pubblico. C’era quindi una vera e propria fame di scoperte, ma erano tutte dettate dalle classi alto borghesi e ricche di inglesi e americani. Bisognava essere all’interno di quella cerchia e Howard non lo era. So che quando si sentono opinioni su Howard Carter, queste opinioni variano: era sicuramente molto concentrato e appassionato su ciò che faceva, con vero amore e un’immaginazione straordinaria. Era un personaggio unico, si dice che preferisse la compagnia dei morti da migliaia di anni, rispetto ai vivi. Interpretarlo è stato meraviglioso, era un uomo che era semplicemente molto bravo, preparato, capace, lungimirante e moderno, e che ha inventato tecniche si possono trovare nella scienza forense di oggi.
D: Perché Carter era così determinato ad avere ragione per un periodo di tempo così lungo?
R: Se si guarda al tipo di persone che stavano accanto a Carter, c’era un vero e proprio appetito per l’oro, per i gioielli e per tutto il resto. Ma Carter aveva qualcos’altro. Poteva sentire il legame con una famiglia vissuta migliaia di anni fa anche solo attraverso un frammento di ceramica. Questo ti permette di costruire un mondo nella tua immaginazione.
D: Ci parli delle riprese della storica scena in cui Carter rompe il sigillo della tomba?
R: È stata una scena molto speciale da girare. Di solito si imbrogliano queste cose, e si utilizzano magari effetti speciali. Ma la produzione ha costruito perfettamente la tomba, così quando abbiamo infilato un bastoncino con una candela attaccata attraverso il minuscolo foro nella parte esterna della tomba, potevamo vedere tutte le ricreazioni dell’oro e dei gioielli al suo interno. È stato davvero speciale, concentrarsi su quel momento è stato memorabile perché si è trattato di una conquista incredibile. Si passano anni e anni nel deserto con l’idea che in qualche posto, in qualche luogo sotto i tuoi piedi, ci siano delle stanze piene di roba incredibile. Sotto i tuoi piedi. Sotto la sabbia. È semplicemente ultraterreno. Incredibile.
D: Come trascorse il resto della sua vita?
R: La vita di Carter è stata un anti-climax dopo quella scoperta. Carter lasciò l’Egitto, andò in America, fece il giro delle università e dei college, tutoraggio e così via. E poi si è ritirato in silenzio, fino alla sua morte.

Ricordiamo che la morte di Carter avvenne all’età di 64 anni, nel 1939, ben 16 anni dopo la scoperta della tomba e, soprattutto, in modo naturale. Niente maledizioni, quindi. Guarda la serie tv in streaming gratis qui